Nel prossimo futuro si prevedono grandi cambiamenti alle normative europee sulla sostenibilità. La Commissione Europea si prepara a consolidare in un unico quadro normativo tre direttive chiave: la tassonomia UE, la Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) e la Direttiva sulla diligenza richiesta in materia di sostenibilità aziendale (CS3D). Gli esperti che conoscono questo processo ritengono che a febbraio 2025 saranno pubblicate ulteriori informazioni sul pacchetto di semplificazione Omnibus.
Questo articolo analizzerà le ragioni della proposta, il rapporto tra le tre direttive e cosa possono fare attualmente le aziende per prepararsi a questi cambiamenti.
Meno complessità, meno costi
Le aziende di tutta l’UE hanno espresso preoccupazione per gli oneri amministrativi e finanziari derivanti dalla sovrapposizione delle normative sulla sostenibilità. Molti dirigenti aziendali, in particolare quelli delle piccole e medie imprese (PMI), ritengono che doversi destreggiare tra più direttive possa creare confusione e comportare costi di conformità elevati.
Unire queste tre direttive in un unico regolamento “omnibus” potrebbe ridurre gli oneri burocratici e semplificare la conformità. I responsabili politici dell’UE sono sotto pressione per garantire il rispetto degli ambiziosi obiettivi climatici e affrontare al contempo le preoccupazioni dei settori industriali per l’eccessiva rigidità delle norme. Gli attivisti climatici temono che questa mossa indichi un indebolimento degli sforzi di raggiungimento degli obiettivi sul clima.
Il risultato finale del pacchetto dipenderà dalla stesura della legge: potrà alleggerire il carico burocratico per le aziende o portare a una maggiore complessità normativa. In entrambi i casi, gli obiettivi alla base di questo cambiamento sono chiari: standardizzare gli obblighi di sostenibilità aziendale, ridurre la duplicazione degli sforzi e favorire una conformità più fluida.
I tre punti di riferimento: Tassonomia UE, CSRD e CS3D
La prossima proposta unirà tre regolamenti correlati tra loro:
Tassonomia UE (2020)
Definisce ciò che è considerato “green” o rispettoso dell’ambiente. Questa classificazione aiuta le aziende, gli investitori e i soggetti interessati a utilizzare lo stesso linguaggio per quanto riguarda la sostenibilità.
Direttiva sulla Rendicontazione della Sostenibilità Aziendale (2023)
Una direttiva di ampia portata che richiede alle aziende di divulgare i dati ambientali, sociali e di governance (ESG) rilevanti all’interno di un rapporto di sostenibilità strutturato. Questa legge stabilisce scadenze di rendicontazione a partire dal 2025 per le grandi imprese, con l’intenzione di estenderle alle PMI e alle entità extra-UE nel 2026.
Direttiva sulla diligenza richiesta in materia di Sostenibilità Aziendale (2024)
Comunemente nota con le sigle CSDDD o CS3D, la direttiva si estende oltre le azioni dirette di un’azienda e include la responsabilità legale dei suoi partner della supply chain. La direttiva ha incontrato l’opposizione da parte delle imprese, preoccupate per un ulteriore onere normativo, ed è stata infine ridotta nella sua portata durante le negoziazioni finali.
Questi tre atti legislativi costituiscono il fondamento dell’impegno dell’UE di allineare le attività aziendali agli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Guardando al futuro: le implicazioni per le aziende
1. Mantenere gli sforzi di sostenibilità esistenti
Anche se è previsto un consolidamento delle norme, le aziende dovranno continuare a sviluppare programmi di conformità efficaci. Gli obblighi principali, come la rendicontazione sui temi di ESG, l’esecuzione della diligenza richiesta e il rispetto delle linee guida sulla tassonomia, non stanno scomparendo, ma verranno semplicemente accorpati.
2. Prepararsi a un nuovo panorama normativo
Una volta pubblicato, il pacchetto di semplificazione Omnibus avvierà nuovi processi legislativi. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione per il 2023, Ursula von der Leyen ha espresso preoccupazione per l’eccessiva regolamentazione a cui sono sottoposte e PMI, auspicando condizioni più favorevoli per le imprese più piccole. Tuttavia, le aziende più grandi con supply chain complesse dovrebbero prevedere aspettative rigorose in tema di diligenza richiesta.
3. Restare in contatto con i legislatori
Le imprese hanno l’opportunità di far sentire la propria voce. Partecipando attivamente alle consultazioni o alle alleanze di settore, le aziende possono contribuire a definire i dettagli chiave della futura legislazione, come le scadenze graduali, gli standard specifici di settore e gli approcci di applicazione.
I passi successivi per la tua azienda
Ora che la Commissione europea è pronta a introdurre il pacchetto di semplificazione Omnibus, le aziende si trovano ad affrontare sia incertezze che opportunità. Per ora, la soluzione migliore è proseguire con un’efficace gestione della sostenibilità della supply chain. In questo modo, le aziende come la tua avranno la giusta preparazione per affrontare a normativa finale Omnibus, quale che sia la sua forma finale.
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